Questo viaggio ci porterà a conoscere ed attraversare alcuni dei territori più remoti dell’Asia Orientale, meno conosciuti e frequentati dal turismo occidentale ma che sono stati nel tempo teatro di incontro e scontro tra le tante culture e civiltà, nomadiche e sedentarie, sviluppatesi nel corso dei secoli in queste regioni.
La visita al Museo Provinciale del Liaoning, a Shenyang, ci consentirà di ripercorrere i millenni di storia di questa regione.
A partire dalla antica cultura neolitica di Hongshan (ca. 4000- 2500 a.C.), celebre per le sua giade a forma di drago, fino ad arrivare ai secoli più recenti che videro l’affermarsi di potenti dinastie di origini nomadi che regnarono anche sulla Cina: i Liao (916-1125), i mongoli Yuan (1271-1368) e i manchesi Qing (1644-1911).
Proprio al periodo Liao risale la splendida “Pagoda Bianca”, una delle più antiche testimonianze della diffusione del buddhismo in queste regioni.
Nella parte iniziale e finale del viaggio ci troveremo formalmente in regioni che ricadono oggi entro i confini della Repubblica popolare cinese.
Ma la Manciuria e le provincie del nord-est cinese – Liaoning, Jilin e Heilongjian – sono entrate a far parte in modo definitivo della compagine imperiale cinese soltanto a partire dall’ultima dinastia, quella dei Qing.
Le origini etniche e culturali di quest’ultima infatti, affondano proprio nella regione conosciuta come Manciuria.
Puning si – Tempio della pace universale, Chengde
La città di Shenyang venne infatti conquistata all’inizio del XVII secolo dai mancesi, che ne fecero la capitale della dinastia Qing.
Tutto questo accadeva prima ancora della conquista di Pechino, avvenuta alla caduta della precedente dinastia Ming, nel 1644.
Proprio ai Ming si deve il consolidamento della Grande Muraglia, la imponente linea difensiva eretta in origine dal Primo Imperatore della storia cinese, Qin Shihuangdi, nel III secolo a.C.
Lo scopo della muraglia era proprio quello di marcare, anche visivamente, la frontiera settentrionale dell’impero cinese e difenderlo dalle incursioni ed invasioni dei popoli nomadi.
Il nostro viaggio si svolgerà dunque in territori situati oltre questa imponente linea difensiva, che non hanno quindi storicamente partecipato degli sviluppi culturali occorsi nelle pianure centrali della Cina propriamente detta.
Alla fine del nostro itinerario, rientreremo poi in Cina e visiteremo inoltre la città di Chengde , dove, dall’inizio del XVIII secolo, gli imperatori Qing eressero la loro residenza estiva, per sfuggire al caldo della capitale.
In tal modo, con Shenyang e Chengde, avremo la possibilità di conoscere meglio la cultura, anche artistica e monumentale, dei dinasti Qing di cui è profondamente imbevuta anche l’attuale capitale cinese, Pechino .
Nel corso del viaggio visiteremo due diversi punti della Grande Muraglia, il primo dei quali proprio in prossimità dell’attuale confine con la Corea del Nord.
Il territorio che percorreremo per avvicinarsi alla Corea, da Shenyang e via terra, è stato sottoposto ad influenza cinese diretta solo a partire dalla dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.) quando, con l’espansione dell’impero creato da Qin Shihuangdi, i cinesi vollero estendere la loro area di influenza culturale e controllo politico anche sulla Corea.
Riuscirono a creare quattro presidi militari che controllavano la porzione settentrionale della penisola coreana, fino all’attuale città di Pyongyang.
Le popolazioni autoctone coreane andavano intanto gradualmente organizzandosi in forme statali aggregandosi attorno a clan e figure potenti: nel nord della penisola emerse così il potente regno di Koguryŏ (date tradizionali 38 a.C. – 668 d.C.), noto anche come Koryŏ, nome adottato dalla dinastia che per prima unificò la penisola dal 918 al 1392 e dal quale deriva l’attuale Corea.
Visiteremo proprio alcuni dei luoghi più importanti legati alla storia della dinastia Koryŏ, forte sostenitrice della fede buddhista, tra cui la tomba del fondatore e la capitale, Kaesŏng (fig. a fianco), non lontana dall’attuale fascia demilitarizzata, che ancora artificialmente divide le penisola coreana in due paesi.
Il Grande monumento Mansudae – complesso di 229 opere commemorative rappresentanti la lotta rivoluzionaria della popolazione nordcoreana e i leader del paese.
L’antico regno di Koguryŏ riuscì ad affermarsi come una delle potenze più temibili dell’Asia Orientale antica.
Infatti, al massimo della sua espansione, il territorio comprendeva gran parte della penisola coreana, vaste regioni della Manciuria, parte delle attuali regioni marittime orientali della Russia e la Mongolia orientale.
Le tombe monumentali in pietra che visiteremo nei pressi della odierna città di Ji’an, sono proprio risalenti all’antico regno di Koguryŏ. Altre invece sono situate nei dintorni di Pyongyang, dove Koguryŏ trasferì la capitale nel 427 d.C.
Questo vasto complesso di sepolture aristocratiche, caratterizzate dalla presenza di ricchi cicli pittorici, è l’unico sito posto sotto la protezione UNESCO che si trovi collocato in due diversi paesi, Cina e Corea del Nord.
Questa situazione ben rispecchia la fluidità della frontiera tra queste due nazioni nel tempo e le attuali diatribe sulla etnicità delle popolazioni che hanno abitato, sin dall’antichità, queste regioni di confine.
La Cina, nel consolidamento della attuale politica di omologazione culturale del proprio territorio implementata dall’inizio di questo secolo, vede queste regioni come abitate da sempre da popolazioni ricadenti nell’ambito culturale cinese o da questo direttamente influenzate.
La Corea del Nord, viceversa, si erge a bastione difensivo di una “coreaneità” che affonderebbe le radici, secondo la visione della storia promossa dal governo nord-coreano, nel passato più remoto.
Questo e tanti altri aspetti relativi alla storia e cultura della Manciuria e della Corea del Nord saranno da me illustrati a voi partecipanti durante questo viaggio, insieme alla partecipazione e l’organizzazione di Adriano Panato.
Un caro saluto e arrivederci al 26 agosto a Fiumicino!
Filippo Salviati